Storie dal mondo

Creative Astrology

31 Agosto 2015

“L’astrologia non è qualche cosa in cui credere, su cui riporre speranze e desideri. L’astrologia è strumento di conoscenza, di sé e del tempo in cui viviamo”, scrive Marco Gerosa sulla sua pagina Facebook Creative Astrology. Astrologo, scrittore, cantante e creativo; uno sguardo intenso e profondo, le dita delle mani lunghe e affusolate e una voce che si riconosce tra tante. Marco è un amico di miei amici e ho avuto il piacere di trascorrere qualche serata in sua compagnia. Gli ho chiesto di raccontarci il tema della diversità da un punto di vista astrologico perché “ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia”. Ecco le sue parole.

Parlare di diversità in astrologia significa parlare di Nettuno. Premesso che uno dei presupposti fondamentali di un’astrologia seria è proprio quello di considerare ogni soggetto nella sua specificità, così come essa appare dal suo tema natale (posizione dei pianeti al tempo della nascita) ,diversa da quella di ogni altro soggetto – e questo già basterebbe a identificare l’astrologia tutta come studio della diversità –   possiamo scendere in dettaglio e considerare Nettuno come pianeta del diverso. Nettuno rappresenta l’immagine, l’ideale, l’idea di sé. La fase nettuniana è il momento dello specchio, il momento in cui l’Io, abituato dalla nascita a soddisfare i propri bisogni istintuali , egoistici e fisici, – in una parola plutonici – vede la propria immagine riflessa, fuori da sé. L’uno diventa due. Ecco che la visione, la presa di coscienza, la visualizzazione della propria fisicità e la consapevolezza dei propri limiti si affiancano al puro desiderio (Es- corpo desiderante – Plutone). E’ evidente che l’armonia fra istinto e immaginazione, fra potenza e consapevolezza, è un punto di partenza ottimale per la fase tre, cioè quella dell’azione (Urano). Banalmente, se il mio sogno – Nettuno – è di essere un atleta e se le mie doti – Plutone – sono prestanti , allora sarà probabile che riuscirò a realizzare – Urano – con facilità il mio obiettivo.

Da questo punto di vista l’idea di sé, l’ideale nettuniano, funge da motore per l’azione, che sarà tanto meno semplice o comporterà sacrifici tanto maggiori, quanto più distante si colloca rispetto alla propria fisicità e predisposizione. Sacrificio, ovvero Saturno, elemento che si aggiunge ai tre precedenti. Anello fondamentale per il proseguimento di questa catena il cui esito, finora, sembra inesorabile. Saturno che nello zodiaco è sempre alleato di Nettuno, e i due pianeti si trovano persino accoppiati nell’ Aquario, segno non a caso legato alla diversità. Saturno che insieme a Nettuno simboleggia i modelli, sia quelli educativi, genitoriali, sia quelli dell’ambiente circostante. Quali sono questi modelli? Quanto ci fanno bene? Quanto sono adatti a noi? Questa sarebbe una prima utile riflessione da cui partire, per capire che gran parte delle limitazioni o degli ostacoli che sentiamo non dipendono dalla nostra “dotazione naturale”, dal nostro desiderio vero, ma sono conseguenza di una distorsione del desiderio, di un ideale preso in eredità da qualcun altro, si chiami società, genitori, ambiente.

Ma quello che mi interessa maggiormente è l’alleanza fra Saturno e Nettuno, ovvero fra il sacrifico e il sogno, che nel segno dell’Aquario trovano un ulteriore alleato in Urano, l’agire appunto. Questa triplice alleanza ribalta lo stato delle cose, prescinde dalla dotazione iniziale. Insegna che la realizzazione – Urano – dell’idea di sé – Nettuno – passa attraverso il sacrifico – Saturno – . E’ la castrazione – Urano / Saturno – dei modelli esistenti, che ha come obiettivo il nuovo, la possibilità non considerata. Certo il sacrificio esiste e spesso assume forme violente, scomode, crude. Ma il sacrificio più grande è quello dell’Io, che esce dalle catene dei suoi meccanismi ripetitivi, si dimentica dei propri bisogni plutonici ed egoistici. Allora smette di piangere, di rimpiangere, di battere i piedi perché non si riconosce nei modelli esistenti, perché non può eguagliarli, perché col tempo sempre meno persone sono disposte ad ascoltarlo e ad assecondare i suoi capricci. L’Io nettuniano si reinventa, ribalta il modello, mette in crisi quello esistente, fa un passo in avanti. Sviluppa un’idea di sé che è perseguibile, si sforza per avvicinarsi a un nuovo grande ideale e in questo agire si trasforma. Non è più alto, né più basso, non è più o meno bello. E’ semplicemente diverso, perché ora pensa e agisce in modo diverso.

Testo di Marco Gerosa

www.marcogerosa.net

https://www.facebook.com/pages/Marco-Gerosa-Creative-Astrology/1541417619409377

Illustrazione di Bassel Moussa

www.basselmoussacreations.com

 

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1 Comment

  • Reply Tricia Goldenberg 26 Novembre 2015 at 13:56

    Thanks! http://cresceresognare.blogspot.com

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