Storie dal mondo

Se non hai paura, non sei vivo ragazzo!!

14 Dicembre 2015

Sono andata a vedere “Il viaggio di Arlo” appena  uscito al cinema. Mi aspettavo un bel film e lo è. Delicato, commovente, semplice e come piace a me, che arriva dritto al cuore. Racconta una storia di amicizia, di amore , di perdita, di rispetto, di sentimenti insomma. Quelli veri, quelli forti, che muovono il mondo e direi le “ere” intere, migliorandole ed evolvendole. Forza e fragilità sono necessarie per vivere appieno la vita.

E’ la storia di Arlo, un Apatosauro e della sua famiglia. Il film si basa sull’ipotesi che nessun asteroide abbia colpito la terra 65 milioni di anni fa come invece avvenne e che i dinosauri si siano quindi evoluti e abbiano costituito una società agricola.  La famiglia di Arlo vive infatti, insieme e felicemente, in una fattoria, coltivando granturco per la loro sopravvivenza ai piedi del monte Zanna.

Arlo è un giovane dinosauro molto pauroso e imbranato. E’ convinto, per carattere e vissuto, di non saper far niente. Pensa che suo fratello e sua sorella siano molto più forti ed in gamba di lui. Già dalle prime scene ci appare in tutta la sua “diversità”:  alla nascita è racchiuso in uovo gigantesco che quando si schiude mostra un piccolissimo dinosauro, Arlo appunto. Gli occhi dolci, i tratti del viso buffi e le zampe  rotonde a sottolineare anche graficamente la sua identità’. Intanto cresce, forse un po’ più lentamente dei suoi fratelli, e il papà cerca di spronarlo a fare meglio, a fare di più. E’ fermamente convinto che ce la farà e anche meglio di come ha fatto lui stesso. E questa convinzione sarà la base del successo di Arlo…

In questo film della Pixar, un ennesimo meritato successo, forse quello più per bambini tra quelli degli ultimi anni,   ci sono alcune immagini e alcune parole memorabili.

Tra i protagonisti del film c’è anche Spot, un bambino preistorico che somiglia più ad un cane che ad un uomo. Quando Arlo e Spot diventano amici cominciano a comunicare nelle due loro lingue diverse.  Per raccontare la propria storia partono dal descrivere la famiglia usando dei legnetti per rappresentare ogni membro. Arlo racchiude con un cerchio disegnato sulla sabbia tutti i legnetti della propria famiglia: il suo mondo dentro e tutto il resto fuori. Anche Spot fa la stessa cosa…

Dopo l’ennesimo insuccesso nei lavoretti assegnati ad Arlo, papà Papo Henry lo sveglia nel cuore della notte per un’escursione nella natura. Vuole aiutarlo a sconfiggere le proprie paure. Mentre corrono insieme nei campi ed Arlo continua a lamentarsi, il papà fa volare migliaia di lucciole nel cielo blu ed Arlo ne rimane particolarmente colpito. Capisce così che a volte bisogna superare paure e difficoltà per arrivare alla bellezza della vita…

Durante la loro avventura, Arlo e Spot incontrano una famiglia di T-Rex. La notte si ritrovano tutti insieme intorno al fuoco. I Rex  raccontano le storie delle cicatrici che portano sui loro corpi. Papà Rex narra di come ha affrontato tre coccodrilli, uno dei quali gli ha staccato una mascella, e di come è riuscito a sconfiggerli. Arlo lo guarda ammirato dicendogli: “vorrei essere come te e non aver paura” papà Rex si gira di scatto e gli dice: “chi ha detto che non ho paura ragazzo! Se non hai paura, non sei vivo!”

In una delle ultime scene del film, mentre Arlo e Spot stanno per arrivare alla fattoria, incontrano una famiglia di esseri umani. Spot va loro incontro in quanto appartenente al loro gruppo. Arlo li guarda abbracciarsi, baciarsi e giocare fra loro. Capisce che quella è la sua gente e la sua “famiglia”. Quando Spot torna da lui e gli monta sul collo per ripartire verso la fattoria, Arlo lo fa scendere e lo spinge verso di loro. Spot cerca di resistere ma alla fine cede e con un grande abbraccio saluta il suo grande amico di avventure e si unisce ai suoi simili…

E se tutti noi fossimo costretti come Arlo ad affrontare le nostre paure?

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