Storie dal mondo

Special olympics: play the games!

22 Maggio 2015

“Fa che io vinca. Ma se non potrò vincere, fa che sia coraggioso nel provarci”.

Questo è il motto della vita. Deve esserlo. Quando non sei come gli altri. Quando non hai tutto quello che hanno gli altri. Quando ogni conquista  è un successo da oro olimpico. Loro, i disabili, sono i veri esseri speciali. Lottano ogni giorno contro i loro limiti. Con il sorriso. Con l’idea che quel traguardo è un successo, comunque vada; perché il mettersi in gioco, il provarci, è la vera essenza della vita.

Gli Special Olympics sono giochi aperti a tutte le persone con disabilità mentale. Si tratta di un’associazione internazionale che organizza con cadenza quadriennale gare regolamentate in tutte le discipline : dalle bocce al nuoto, dal basket all’atletica, dal golf  al tennis. Ci sono anche specialità specifiche come lo slalom in carrozzina fra file di birilli dove si misura l’abilità di manovra e la capacità di tenere costantemente puntato l’obiettivo.  Sono organizzate in tutti i paesi del mondo per concludersi poi in un grande raduno mondiale. La differenza con le Paraolimpiadi è abissale: queste sono rivolte ad atleti più o meno professionisti che hanno disabilità motorie. Alle Paraolimpiadi di Londra 2012, Alex Zanardi e Annalisa Minetti hanno vinto due medaglie per l’Italia. La diversità è grande ma l’emozione è la stessa.

I partecipanti vengono accompagnati dei loro educatori sul campo di gara, un abbraccio, un bacio e un batti il cinque. All’arrivo, dopo la fatica e il sudore, i sorrisi e gli applausi, le stesse braccia ad accoglierli.

Ho visto persone che a malapena si reggono in piedi lottare per il traguardo dei 50 metri: tutti alla linea di partenza, la mano sul ginocchio, il peso in avanti e l’attesa del via annunciato con il classico colpo di pistola. Poi solo l’arrivo davanti a loro, la corsa e il vento sulla faccia…la stessa emozione per tutti.

Ho visto altri partecipanti tenere il peso amorevolmente per poi lanciarlo  al di là delle proprie possibilità. Dal metro e cinquanta ai sette metri, lanci così diversi, persone così diverse, diversi handicap e diversi stili di vita ma la stessa emozione…

Il basket è un gioco di squadra. Tutti per uno, uno per tutti. Si vince solo se si condivide il gioco e quindi la palla. Braccia alzate, palleggi, tiro e… canestro, forse.

“…si si, abbiamo perso. Il problema è che manca la difesa. Possiamo così andare avanti e tirare ma se manca quella…” raccanta un ragazzo a qualcuno che gli vuole bene. Sarà anche un diverso ma con le stesse emozioni…

 

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