Storie dal mondo

Forza maggiore e forza interiore

29 Maggio 2015

“Forza maggiore”, scritto e diretto da Ruben Ostlund, vincitore del premio della giuria Un Certain Regard a Cannes 2014, è un film intimo. Statico nell’azione, monocromatico, ambientato sulle Alpi francesi durante la stagione sciistica, con pochissimi personaggi e quasi afono, dove suoni e rumori prevalgono sulla musica. O almeno così mi è sembrato. Eppure racconta tante cose. Di noi in quanto esseri umani, in relazione a noi stessi e agli altri.

E’ la storia di una famiglia svedese, marito e moglie con due figli piccoli, durante la loro settimana di vacanza sulla neve. Il primo giorno accade un’imprevisto: durante un pranzo su un terrazzo panoramico si scatena una valanga. In realtà si tratta di una slavina controllata ma la percezione è di una situazione grave. Il padre scappa abbandonando la famiglia, pensando quindi solo a sé stesso. Scongiurato il pericolo lui torna e si siede al tavolo come se nulla fosse successo. La moglie è sconvolta e da quel momento vive la sua crisi profonda. L’uomo in un primo momento nega il suo comportamento. Si tratta di un vero e proprio processo di rimozione. Quando grazie al video da lui stesso girato prende atto di ciò che ha fatto, ne rimane profondamente scioccato. E’ stato l’istinto di sopravvivenza che ha determinato il suo agire. Come se nel momento del pericolo, per alcuni, non esistessero né etica né morale.

L’istinto è innato ed è differente per genere. Si è sempre pensato che l’istinto sia stato alla base dell’evoluzione della specie, sia per gli animali che  per gli esseri umani. In realtà studi recenti hanno dimostrato che “chi è alla mercè dell’impulso – chi manca di autocontrollo- è affetto da una carenza morale: la capacità di controllare gli impulsi è alla base della volontà e del carattere . Per lo stesso motivo, la radice dell’altruismo  sta nell’empatia, ossia nella capacità  di leggere le emozioni altrui; senza la percezione delle esigenze o della disperazione altrui, non può esserci preoccupazione per gli altri “. ( D. Goleman, Intelligenza emotiva, ed. Rizzoli, 1994)

Il riscatto umano del marito  avviene nel momento in cui prende consapevolezza della reale disperazione della moglie stabilendo con lei un “con-tatto” emotivo.

Il film si conclude magistralmente con un evento in cui la moglie, in un’analoga situazione di pericolo, si comporta nello stesso identico modo!

Come scrive Matteo Bordone sull’Internazionale, “Per quanto sembri un film sull’amore, si rivela piuttosto un film sulla sicurezza, o meglio sulla necessità di convivere con l’insicurezza.”

“I nostri sono tempi nei quali il tessuto della società sembra logorarsi a velocità sempre maggiore, (…) da qui l’importanza dell’intelligenza emotiva, un termine che comprende l’autocontrollo, l’entusiasmo e la perseveranza, nonché la capacità di automotivarsi”. ( D. Goleman, Intelligenza emotiva, ed. Rizzoli, 1994).

In fondo, le persone felici non necessariamente hanno il meglio di ogni cosa, soltanto traggono il meglio da ogni cosa che capita sul loro cammino…

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