Racconti di vita

La responsabilità

5 Giugno 2015

“Responsabilità” è una di quelle parole che mi piace definire contenitore. Dentro puoi metterci di tutto. Come scatole cinesi,una dentro l’altra. Una parola per ogni scatola. Alla fine esce la storia, il concetto.

La prima cosa che mi viene in mente è la responsabilità intesa come impegno, come dovere. Sarà anche perché sono nata e cresciuta in Brianza! Comprende l’assumersi il merito o la colpa di ogni singola azione, pensiero o parola. Io sono un soggetto attivo artefice di tutto ciò che mi succede. Quando si hanno figli piccoli  quella responsabilità si amplifica. Quello che decidiamo di fare vale anche per loro e quello che a loro succede è sotto la nostra responsabilità. Questo è totale e irreversibile. Facciamo in modo che non sia paralizzante bensì stimolante.

In quanto essere umano libero, mi assumo la responsabilità della mia vita, dei miei sentimenti positivi o negativi. Senza romanticismo ma con umiltà, forza e determinazione. A volte è facile, altre proprio non si riesce a farlo…ci proviamo ma non ci viene affatto bene! E’ l’eterna lotta tra ciò che siamo, la nostra natura più profonda e ciò che vogliamo essere, l’immagine che abbiamo sognato di noi stessi. Forse in punto di morte,  riusciremo a vedere il leggendario film della nostra vita e a capirci qualche cosa. Adesso ci è concesso “solo” vivere e viverci.

A questo punto mi vengono in mente i miei genitori. Avendo una malattia genetica e quindi ereditaria, loro sono i responsabili diretti ma inconsapevoli della mia problematica. Mica poco. Mica facile. Per loro fortuna (un po’ meno per la tua, direte voi!!! rido),  non hanno la malattia ma sono entrambi portatori sani della mutazione sul cromosoma usher. Non è però una questione di colpa. Non l’ho mai pensata in questi termini. E’ solo una verità che spiega la realtà dei fatti. Certo è che il nostro è un karma molto forte. Sia per me che ho realizzato il mio scegliendo loro come genitori. Sia per loro che attraverso di me hanno fatto esperienza di aspetti molto diversi dalla loro natura. Secondo il concetto di reincarnazione io avrei scelto proprio loro perché in grado di creare la condizione ideale alla mia evoluzione. Un po’ forte come teoria ma molto interessante.

Poi arriviamo dritti al cuore e di conseguenza alle emozioni. Difficili da capire quanto incredibili da vivere. Per quanto riguarda la mia mamma e il mio papà, c’è un dolore profondo legato all’essere la causa delle mie problematiche. Questo per un genitore è motivo di sofferenza allo stato puro, quasi fosse una cosa solida che rimane sempre dentro, rabbia inconscia, apprensione repressa e non, senso di colpa…

Esiste però una profondità nelle cose che ci capitano e che ci rende più forti, più consapevoli, più speciali, semplicemente diversi. Il percorso poi consiste in una vera e propria conquista della normalità. Quella che tutti oggigiorno detestano ma che io ho tanto sognato. Ma questa è un’altra storia…

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