Racconti di vita

si può fare

13 Aprile 2015

Ho iniziato a sciare in tempi non sospetti. Allora portavo già gli apparecchi acustici, nessuno però sospettava della mia retinopatia. Ho dei ricordi bellissimi legati a questo sport e alla montagna. Erano gli anni ottanta,  Alberto Tomba era il campione del momento: vinceva, faceva ridere ed era bello. Ha avuto il merito di aver avvicinato allo sci una intera generazione di italiani. Durante una vacanza allo Stelvio, ho anche avuto il piacere di conoscerlo. Mi sono fatta autografare la tuta da sci che non ho lavato per  un anno intero; abbiamo sciato insieme: io lo seguivo a uovo senza curvare mentre lui scendeva in slalom su uno sci solo!

Ho continuato a sciare fino al mio trentesimo anno di età. Poi mi è venuta un pò di paura, la mia vista era peggiorata rispetto ai miei vent’anni e l’avvento degli sci carving ha reso più veloci tutti gli sciatori, esperti o no. Alessandro , mio marito, non ha mai sciato. Questo è stato il colpo di grazia: alla mia paura si è aggiunta la sua e il troppo amore mi hanno fermata per sette lunghi anni.

Durante le vacanze di Natale di quest’anno mia figlia Emma ha iniziato a prendere le prime lezioni di sci e mi è  venuta una grande voglia di ricominciare. Avevo 5 anni, la sua stessa età, quando ho imparato.

Si può fare. Tutto si può fare. Naturalmente con la “testa” e in condizioni ottimali ovvero in giornate di pieno sole per vedere meglio le aderenze della neve e in giorni in cui le piste  non sono troppo affollate, per evitare di farsi male o fare del male.

Il vento pungente sulla pelle del viso, il riflesso del sole, le cime delle montagne davanti ai tuoi occhi e il curvare dei tuoi sci sulla neve cambiando continuamento andamento e pendenza…

Quanta gioa, quanta soddisfazione, mi sono sentita realizzata. In fondo, la felicità risiede sempre nelle piccole cose…

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2 Comments

  • Reply lorenza 29 Aprile 2015 at 14:24

    ho un fantastico ricordo di te, cara amica, legato allo sport: a Fehmarn con Lorena a fare windsurf. Ricordo Dieter che ti guardava ed ammirava il tuo coraggio e ricordo anche che ha dovuto inseguirti perché stavi andando chissà dove e non sentivi – ovviamente, come potevi, senza apparecchi – noi tre che ti chiamavamo come forsennati.
    Dieter ti ha sempre ammirato e considerato una persona speciale perché sai guardare oltre … ed io aggiungo anche che sei speciale perché hai un altro fantastico dono: saper ascoltare.
    Ti voglio bene
    Lo

    • Reply Laura Scatizzi 25 Maggio 2015 at 10:41

      Grazie Lo, per le tue fantastiche parole. Grazie di volermi bene così come sono. Grazie per aver condiviso questo splendido ricordo con tutti noi. Che ridere, pretendevo di andare controvento con il windsurf!A pensarci bene però, mi piace l’idea di andare controcorrente…
      Ti voglio bene, buon sole, Laura

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