Assistere ad una sessione di Pet Therapy è un’esperienza travolgente. Non nel senso negativo, di una forza che può far male e che porta fuori di noi. E’ un’ emozione così intensa che in realtà è esattamente l’opposto: ci conduce all’interno, nella parte più profonda ed intima di noi stessi.
Sara Ceitanya Ronchi, operatrice Pet Therapy, come ogni giovedì da più di un anno ormai, parcheggia la sua macchina in una via come tante di fronte al centro Don Gnocchi di Carate Brianza. Quando apre il bagagliaio compare Greta, una piccola Jack Russel. Da fuori la struttura appare già molto curata. E’ una fortezza che profuma di sicurezza. Non so bene cosa aspettarmi ma già dai primissimi passi nei corridoi bianchi mi sento avvolta da qualcosa che non sono sicura di riuscire a spiegare a parole.
Quando entriamo nella sala comune ci sono circa una decina di bambini tra i sei e i diciotto anni. La presenza di Greta che corre tra le carrozzine è fonte di curiosità e partecipazione. Siamo con il “gruppo acqua” di cui fanno parte bambini che non hanno una mobilità verticale. Non camminano, pochi muovono le braccia. “Lui è Illyass, mi dice Sara, è uno dei bambini con cui lavoreremo oggi. Avvicina la sua testa ad Illyass e lui appoggia delicatamente la sua fronte su quella di Sara. “E’ il suo modo di salutarmi, di darmi il benvenuto. All’inizio questo sarebbe stato impensabile”. In quel momento capisco di essere entrata in un’altro mondo, fatto di tattilità, di una comunicazione straordinaria, di un’apparente immobilità fatta di cambiamenti impercettibili. Dove ogni switch richiede un impegno costante, tentativi e ripetizioni, giorni o mesi di lavoro, di contatto, di sperimentazione. Di amore e dedizione ma anche e soprattutto di tanta professionalità ed esperienza.
Portiamo Illyass in un’altra stanza. Greta ci segue allegra. Sara si siede con Illyass su un grande tappeto di gomma. Nelle scuole dell’infanzia lo chiamano “spazio morbido” e lì si raccontano le favole che piacciono tanto ai bambini…Anche Sara in un modo diverso e con altri strumenti racconta una storia ad Illyass. Si conoscono e si capiscono, si accettano e si accolgono. Illyass muove continuamente, per tutto il giorno alcune dita della mano destra. Sara avvicina la sua mano e ripete lo stesso gesto. Poi la prende, l’accarezza e la massaggia. Lui muove l’altra mano sul viso di lei e lo accarezza. C’è la musica ad accompagnare i loro gesti. Ad alcune canzoni muove i piedi sul tappeto battendoli a ritmo. Ci fa capire che sono le sue canzoni preferite…
Illyass lancia la palla a Greta e lei la riporta a Sara che la consegna ad Illyass. E’ una relazione che coinvolge più soggetti e aspetti. Tutti sembrano assolutamente consapevoli dell’unicità di quello che accade. Greta inizia a leccare la mano di Illys mentra Sara cambia posizione. Per lui che passa le sue giornate seduto su una sedia a rotelle il cambiare posizione e il contatto sono fondamentali. Sono le sue principali fonti di esperienza, di apprendimento e quindi di cambiamento. Quello che tutti noi diamo sempre per scontato non lo è affatto. Sara appoggia il suo braccio sotto la testa di Illyass e lo abbraccia da dietro. Lo accarezza, lo massaggia e lo bacia.
Sara mi chiede se voglio avviccinarmi a loro. Mi viene automatico alzarmi e sedermi vicino ad Illyass. Nel più totale silenzio gli prendo la mano. Sento le sue dita che mi stringono ma non per farmi male. Sento solo tanto bisogno di amore e di trattenerlo…
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Ciao Sara, grazie di cuore per aver accettato di raccontarci la tua meravigliosa storia insieme a Greta.
Che cos’è e in che cosa consiste esattamente la Pet Therapy?
Con Pet Therapy si intende una terapia dolce basata sull’interazione uomo-animale che si affianca alle terapie tradizionali ed è rivolta a pazienti con diverse patologie. Questa terapia è stata scoperta negli anni ’50 dalla psichiatra Boris Levinson dopo aver constatato che la presenza del suo cane in studio favoriva il contatto con i suoi pazienti. Tra i risultati rilevati ed auspicati ci sono miglioramenti comportamentali, cognitivi, fisici, psicosociali e psicologici-emotivi.
Quando e come hai iniziato a praticarla?
Ho iniziato a praticarla un po’ per caso. Ho alle spalle anni di ippoterapia all’ospedale di Niguarda. I cavalli sono animali molto sensibili. Il lavoro maggiore è stato con bambini affetti da autismo che imparavano attraverso l’animale e la pratica a controllarsi e ad autogestirsi. Con il cavallo è molto importante l’aspetto motorio, per esempio si lavorava anche con persone che avevano subito grandi ustioni. In questo caso si tratta di una riabilitazione prevalentemente motoria e muscolare. Poi quattro anni fa circa, um giorno durante una sessione da operatrice all’hospice, parlando con un paziente le ho raccontato di Greta. Il giorno dopo l’ho portata con me e da lì è iniziato tutto…
Chi è Greta? Ci racconti di lei?
Certo! Greta è una piccola Jack Russel. Piccola per struttura ossea perché pesa ben 4 kg e mezzo! Ha sei anni e da quattro è una terapista pet. Ha fatto prima un percorso di esame CONI per educazione di base, obedience prima e di agility poi. Perché lei è una agilista. Abbiamo fatto anche delle gare di agility. Poi siamo andate avanti con il percorso e abbiamo iniziato a fare terapia in hospice con i malati terminali e poi più recentemente con i disabili nella struttura Don Gnocchi di Carate. Greta è un cane “buono”, nonostante sia un terrier e quindi per natura irriverente, Greta ha delle buonissime attitudini comportamentali ed è intuitiva. Spesso è lei a scegliere i pazienti con cui lavorare, sente chi ha bisogno di lei.
Hai un episodio o un paziente cui sei particolarmente legata?
Sono tanti…ci sono alcuni pazienti a cui Greta è più legata. C’è una paziente del Don Gnocchi ricoverata in questo periodo che comunica solo scrivendo o con i gesti perché non può più parlare. Lei e Greta si amano follemente. Quando arriviamo nella sua camera, Greta sale sul suo letto e passano i primi quindici minuti a baciarsi a vicenda.. Ma ce ne sono tantissimi altri. Per quanto riguarda i bambini, alcuni amano moltissimo Greta anche perché è una variabile esterna alla loro quotidianità. Altri invece sono più interessati alla relazione con me come terapista. Greta è un mezzo per creare una relazione e una comunicazione. Può stimolare aspetti sia psicologici che motori…a seconda della predisposizione della persona in generale o in quella sessione particolare. Da terapia a terapia dobbiamo capire cosa si deve fare…è tutto molto “straordinario”, nel senso che di ordinario c’è poco. Per questo di pazienti a cui siamo legati ce ne sono moltissimi, mi spiacerebbe focalizzare l’attenzione su uno in particolare…
La Pet Therapy può cambiare radicalmente la vita di qualcuno che ne ha bisogno?
Radicalmente non lo so. Certo qualche cosa può cambiare. Posso portare a testimonianza Illyass che è il bambino che hai conosciuto oggi. Prima della pet therapy era un bambino aggressivo, rabbioso, astioso, manesco. Non era quindi un bambino sereno. Da quando abbiamo iniziato a lavorare, usando una comunicazione non verbale, attraverso il tatto mio e di Greta, piano piano, si è instaurata una relazione di fiducia. Abbiamo proprio visto ad un certo punto uno switch, una trasformazione evidente e quotidiana in Illyass. E’ diventato più docile, più sereno, più aperto ed interattivo…
Hai voglia di raccontarci che impatto ha sulla tua vita e su quella di Greta questa attività?
Tutto questo è estremamente arricchente perché ci permette di entrare in contatto con persone straordinarie. Persone che hanno difficoltà di comunicazione e poter entrare in empatia con loro è estremamente gratificante. E’ anche molto impegnativo a livello emotivo. Certo col passare degli anni impari a farti coinvolgere meno a livello personale. I primi tempi tornavamo a casa distrutte. Io emotivamente, lei anche fisicamente, non era abituata a lavorare… Ho sempre comunque cercato di farle vivere la pet come un gioco. Usando rinforzi positivi dell’esperienza come la pallina, le lodi verbali e le crocchette…Voglio che Greta sia un cane sereno…per portare la sua positività sulle persone che incontriamo…
In quali ambiti e in che modo pensi si possa utilizzare la Pet Therapy?
In questo momento la utilizziamo in hospice dove oltre ad essere di aiuto ai degenti, è molto interessante anche per l’impatto che genera sui familiari, spesso le persone più “affaticate” emotivamente dalla situazione che stanno attraversando. Le reazioni di fronte alla morte sono molto personali, come è giusto che sia. Attraverso Greta , per mia esperienza, noto che la comunicazione tra i familiari è più facilitata per esempio attraverso il ricordo di esperienze vissute. In altri casi uso Greta per intrattenere i bambini che arrivano in visita ai loro parenti. E’ insomma un aiuto e un supporto a tutto il nucleo familiare..Come abbiamo già detto con i bambini con disabilità si sviluppa un lavoro su più livelli: fisico, muscolare, cognitivo e relazionale… spesso, soprattutto con bimbi altamente “compromessi” come quelli che incontro io, è un lavoro alla ricerca di stimoli esterni.
C’è un ambito in cui la Pet Therapy non viene ancora utilizzata ma che tu sogni possa essere applicata?
Bella domanda…dovrei pensarci
Da laureata in pedagogia, mi viene in mente la scuola…
A dir la verità viene già utilizzata nelle scuole materne ed elementari per educare e sensibilizzare i bambini nei confronti degli animali domestici…per esempio sviluppa un senso di responsabilità, per far capire loro che il cane non è un giocattolo e richiede impegno, risorse in termini di tempo e di attenzioni e in più nel lungo periodo e in questo senso è necessaria anche una costanza…
Greta scodinzola davanti a noi. E’ finito il tempo delle parole. Sara mi sorride, ci alziamo e ci avviamo verso le nostre vite. Io un po’ diversa da come ero prima…
Potete seguire Sara&Greta su instagram
https://www.instagram.com/saraceitanyaronchi
A seguire il link per conoscere meglio le strutture in cui lavorano
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