Cara Sindrome di Usher,
Dovrei odiarti per avermi tolto una “G” lungo il tratto sinuoso del mio DNA. Dovrei odiarti per tutto quello che mi hai tolto e mi toglierai. Quello che significa nella quotidianità lo conosciamo solo io e te: una sordità congenita e una retinopatia degenerativa che riduce piano piano, in qualche anno, il campo visivo e la visione notturna. Dicono i medici che un giorno mi porterai alla cecità.
Io ti dico: “Quello che succederà, nessuno può dirlo con certezza. Nemmeno tu!”
Potrei maledirti perché mi sveglio senza sentire i rumori del mondo e senza vedere “perfettamente” forme e colori.
Potrei deprimermi quando nel cuore della notte non sento le mie figlie che chiamano “mamma”, quando mi chiedono di accompagnarle al cinema, quando devono andare dalla pediatra. Non è semplice vivere muovendosi con le sole proprie gambe. Mi hai negato il piacere dell’indipendenza e dell’autonomia: ho bisogno di un autista che ci porti in giro e di qualcuno che mi tenga la mano per strada, soprattutto la notte.
Potrei arrabbiarmi quando inciampo o sbatto contro qualche cosa che non avevo visto. Il male fa male.
Invece a te voglio dire che ho scelto di vivere senza “guardare” quello che non ho, tanto non c’è e non potrò mai averlo. Senza pensare a ciò che non posso fare e che non potrò più fare. Senza subire i limiti che esistono solo se noi li viviamo come tali. Ho scelto di vivere, di divertirmi, di ridere, di sorridere, di imparare a prendere la vita come viene, giorno dopo giorno. Di sognare, di piangere, di sbagliare, di riprovarci, di darmi sempre l’opportunità di…
Di scrivere e di raccontare quello che sento senza sentire e quello che vedo senza vedere.
4 Comments
sei semplicemente fantastica…
Grazie Michele!
Riflettevo sulle stranezze di Madre Natura … sei una delle persone che sa ascoltare di più … 🙂
E’ uno dei complimenti più belli…grazie amica mia!
Buona giornata