Racconti di vita

Io, figlia di un Dio minore

14 Ottobre 2015

E’ la nostra “diversità” a renderci unici e speciali, a definire i confini del nostro essere. Sono stata una bambina felice. “Allegra, socievole e…… un po’ sorda”. Come si definisce Andrea nel documentario “Fuori dal silenzio”, andato in onda su RAI TRE. L’ho visto e ho pianto. Per me e per quelli come me: noi, figli di un Dio minore. Un Dio che forse era occupato a fare altro o a fare troppo e così gli siamo venuti un po’ imperfetti. Non ho pianto di dolore o rabbia, ho pianto per l’emozione di “vedermi” dal di fuori. Il documentario racconta storie molto diverse dalla mia ma spiega bene, per tutti quelli che vogliono ascoltarlo, che cosa sia il silenzio.

E’ uno spazio infinito che ti avvolge. Da sempre e per sempre. Per questo può far paura, è sconfinato ed è totalizzante. Il silenzio ha un rumore assordante. Può davvero fare male. Non basta mettersi le mani sulle orecchie o chiudersi in una stanza perché noi non abbiamo la libertà di sceglierlo. Lui è, esiste ed è parte di noi. Non è altro rispetto a noi. Questo è il motivo per cui Davide nel documentario dice che oggi ha bisogno del silenzio come dell’aria che respira. Certo, quando sei un bambino, amplifica tutti i tuoi pensieri e tutte le tue paure. Sei solo e ti senti solo, soprattutto se nessuno della tua famiglia condivide il tuo stesso destino. Ti perdi dentro uno spazio troppo grande e senza confini. Lo sai, conosci questa realtà perché è nata con te e fa parte di te ma non ne hai consapevolezza. Poi un giorno, non un giorno qualsiasi, quel giorno, succede quella cosa che cambia tutto.

I genitori dei bambini con problematiche raccontano sempre del momento in cui hanno capito che c’era qualche cosa che non andava. Si tratta di uno specifico episodio che definisce un prima e un dopo. Da quel momento tutto cambia. Da quel momento niente è più come prima, come pensavano e speravano per loro e per i propri figli. Inizia una nuova vita. E’ un misto di dolore, colpa e preoccupazione. E’ come partorire una seconda volta. Io per esempio a tre anni leggevo già il labiale e rispondevo a tutte le domande che mi venivano poste. Se però ero girata di spalle non sentivo neppure quando semplicemente mi chiamavano  con il mio nome, “Laura”.

La vita non è facile. Non lo è mai. Per nessuno e in qualsiasi caso ma quando nasci con qualcosa in più o in meno, dipende da come la si vuol vedere, può essere un po’ più difficile. Si inizia un percorso, un cammino, dentro e fuori di noi. Dura tutta una vita, è la vita. Questa è una grande occasione, la nostra occasione. Le persone con problematiche, con una malattia, con un prima e un dopo, raccontano di un giorno, di un momento, di un episodio in cui hanno capito e trovato la forza per trasformare tutto quanto in qualcosa d’altro. Di andare oltre, al di là. E lì, rinascere…

«Credi che riusciremo mai a trovare un pianeta dove tu ed io saremo uniti al di là del silenzio e al di là dei suoni?» 

Ci sono le storie e dietro di loro, ci sono le persone. Fatte di carne e spirito, di sogni e speranze, di dolori ed emozioni. La glorificazione della vita passa attraverso la condivisione della propria unicità, nel sapersi raccontare fino ad esprimere il proprio sé. Senza paure, senza vergogna, senza rabbia, e senza dolore ma con pudore, con coraggio, con forza e determinazione. Non è più tempo di urlare. Le parole sanno dove andare e arrivano dove devono. Da uno a due, da due a molti. Siamo uno e interi ma siamo a metà e abbiamo bisogno di trovare un pianeta, uno spazio, un momento, un sogno, in cui essere tutti uguali nella nostra diversità.

Illustrazione di Silvia Ceresa

Documentario “Fuori dal silenzio” – Racconti di vita sera- RAI TRE- Luglio 2015

Figli di un Dio minore, di Randa Haines (USA, 1986), con William Hurt e Marlee Matlin

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