Racconti di vita

É lì

7 Aprile 2015

Per spiegare ad una persona normodotata (che parola!) che cos’è l’ipovisione mi piace raccontare questi aneddoti.

1.Un tardo pomeriggio d’inverno a casa nostra. Fuori è già buio. Sono appena tornata dal lavoro e le bambine mi chiedono il computer di Hello Kitty per giocare. Apro l’armadio dei giochi e… panico! Si apre la voragine! Dove sarà? Naturalmente le piccole incalzano e pretendono il loro gioco! Arriva Lella, la nostra tata e la mia salvezza, penso.

E’ lì.

Dove lì. Non esiste un lì per una persona affetta da retinite pigmentosa. Esiste un sopra e un sotto, a destra o a sinistra di quell’altro gioco, sul terzo ripiano sotto la scatola del puzzle…

E’ un gran piacere poi quando una cosa rientra nel tuo campo visivo un po’ arzigogolato che assomiglia all’Italia (intendo proprio con una forma simile alla nostra penisola!) quando tutti gli altri altri hanno l’Australia (grande, estesa e di moda oggi!!) e finalmente, la trovi.

2. Avete presente un bambino di 22 mesi? Io sono fortunata perché Chiara è alta 90 cm e pesa quasi 12 kg. Quindi riesco a vederla abbastanza bene!Il problema con lei e che non ho avuto con Emma,  è che ha una capacità di movimento molto elevata. Avete presente il cursore di un pc che ha preso un virus e schizza sullo schermo da una parte all’altra? Ecco, diciamo che Chiara non è mai dove penso che sia!

I figli crescono…

3. I genitori e i mariti no! Quando qualcuno che ti ama (ammetto però che capita anche a me stessa!!) lascia sbadatamente aperte ante e cassetti oppure dimentica borse o sacchetti in giro per la stanza, ti ricordi di avere una retinopatia e… quanti lividi!

4. Una sera un’amica mi chiede come e quando ho scoperto di non vedere come gli altri. Già perché anche questo è una realtà: uno vede come ha sempre visto. Non possono sapere che il loro modo di vedere è diverso dalla normalità perchè per loro quella è la normalità.

Nel mio caso, l’aver “investito”, senza danni fisici per fortuna, ben tre ciclisti nei primi tre mesi di patente è stato un campanello dall’allarme. Nello stesso periodo credo anche di aver fatto due o tre fiancate alla macchina uscendo dal garage! In quel momento ho compreso che se da anni inciampavo in oggetti al di sotto del metro di altezza, forse non ero semplicemente sbadata..

 

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2 Comments

  • Reply VALENTINA VISMARA 10 Aprile 2015 at 13:52

    …ecco…da amica che ti conosce da una vita penso che tu veda ben oltre la piccola Italia che ci descrivi qui sopra, e che per quanto tutti i normodotati abbiano a disposizione distese dilatate ed enormi quanto l’Australia, spesso non vedono più in la di qualche passo…poi…in realtà nel momento in cui dici che uno vede come ha sempre visto, penso che un sacco di tempo fa, quando guardavamo il mondo e la vita insieme, vedevamo la stessa cosa. Ecco perché Italia e Australia possono essere identiche a volte…dipende da come le percepiamo noi. Sì, sì,sì. E spesso, la tua Italia è stata più infinita ed estesa della mia Australia…su questo non c’è nulla da dire…

    • Reply Laura Scatizzi 25 Maggio 2015 at 10:55

      Ho nel cuore un giorno di più di vent’anni fa, eravamo al liceo, al secondo anno, mi pare. In classe era scoppiata una bomba emotiva: in realtà era l’ora di educazione fisica, ed eravamo negli spogliatoi della palestra, in mutande e reggiseno. E’ stato uno dei momenti più catartici della mia vita, noi amiche a raccontare ognuna il proprio dolore. Storie più grandi di noi che non sapevamo proprio come gestire….Qualcuno allora mi ha detto, sinceramente non ricordo chi, ” Laura, sarai anche sorda ma sei capace di sentire benissimo con il cuore…molto meglio di noi…”.
      E’ una frase che porto sempre con me, assieme alle tue parole di oggi, bellissime e dolcissime…

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